In un articolo precedente, abbiamo visto i “sei passi verso l’indipendenza finanziaria” secondo Stacy Johnson. Il primo punto recitava: “meno debiti contraiamo, più saremo liberi“. Ma è davvero così? La risposta è sì, se consideriamo il debito nella sua accezione comune, ovvero il debito passivo, cioè quello che ci sottrae denaro. Ma non sempre è così.

Nella nostra società è praticamente impossibile non contrarre debiti, soprattutto se vogliamo intraprendere un’attività. Ma ciò non è necessariamente un male, a patto che noi sappiamo trasformarli in un altro tipo di debiti, ossia i debiti buoni, quelli cioè che invece di sottrarci denaro, li generano.

Ad esempio, il mutuo per pagare la casa, la casa dove abbiamo deciso di vivere, è un debito passivo, perché mi sottrae soldi. Ma se il debito riguarda una casa che affitto a terzi e con l’affitto ripago la rata del mutuo e se, ancora meglio, riesco ad avanzare qualcosa in più, allora diventa un debito buono, una fonte di ricchezza.

I grandi milionari non sarebbero mai diventati ricchi senza la leva del debito. Il segreto della libertà finanziaria non sta quindi nell’evitare di indebitarsi – cosa del resto molto difficile – ma nell’individuare un meccanismo che compensi i debiti e riesca a trasformarli in una fonte di ricchezza.