Si possono dare molti consigli su quali investimenti fare e su come generare delle rendite passive per ottenere, un giorno, la libertà finanziaria. Prima di tutto, però, occorre demolire alcune convinzioni che possono essere un ostacolo insormontabile tra noi e il guadagno. Quella più dura a morire è proprio la convinzione che il denaro sia, sotto sotto, qualcosa di sporco e che chi guadagna molto abbia fatto necessariamente ricorso a pratiche disoneste o immorali.

Quante volte, da bambini, ci siamo sentiti dire “lavati le mani dopo aver toccato i soldi”! Il denaro è sempre stato lo ‘sterco del demonio’, qualcosa di cui parlare con pudore e senso di colpa, o addirittura da rifiutare, come se tutto ciò che ‘non facciamo per denaro’ fosse automaticamente puro e le attività lucrative una forma di prostituzione.

Del resto, siamo ormai abituati ad associare alla ricchezza ogni sorta di malefatte e di vizi e ogni giorno ci vengono presentati esempi negativi in questo senso: i politici e i dirigenti pubblici strapagati e corrotti, i grandi della finanza che sfruttano le ricchezze del pianeta a danno dei più poveri, le vite dissolute e immoralmente sprecone dei ricchi.

Coltiviamo, insomma, la convinzione che esista un limite al guadagno, oltre il quale il gioco diventa immorale, che ci corromperebbe. Eppure, tutti noi abbiamo bisogno e andiamo alla ricerca di soldi, perché, pur senza voler diventare ricchi sfondati, ogni giorno proviamo sulla nostra pelle che la loro mancanza ci rende meno liberi. Per questo cerchiamo modi per generare rendite passive e investimenti redditizi, sogniamo la libertà finanziaria.

Ma cercare di guadagnare convinti che i soldi, in fondo, siano una una triste necessità, è un atteggiamento che può sabotare anche la riuscita delle idee più rivoluzionarie. E l’atteggiamento, di cui spesso non siamo consapevoli, è tutto: proprio per questo esistono le differenze, proprio per questo c’è chi ‘è portato’ a generare grandi guadagni e chi invece è ‘destinato’ ad accontentarsi delle briciole.

Ma chi tra i due è veramente libero di decidere della propria vita e chi invece è costretto a vendersi e a barattare sempre più tempo della propria vita – e negli anni migliori! – per ottenere in cambio guadagni che non lo ripagheranno nemmeno minimamente di ciò che ha perso? Chi è in grado di aiutare gli altri e chi invece è costretto a rincorrere sempre i suoi guai?

Riusciamo quindi a percepire il circolo vizioso in cui siamo finiti? La mancanza di denaro ci rende indigenti, ma allo stesso tempo temiamo di mirare sempre più in alto, perché troppi soldi ci corromperebbero. E rimanere fermi nel mezzo, paralizzati da questa incertezza, significa già lentamente affondare.

Il guadagno, così come il successo in ogni attività, è il riflesso delle nostre convinzioni. In realtà, ciò a cui siamo ‘destinati’ è solo il frutto degli schemi mentali che abbiamo ereditato. La buona notizia è che possiamo demolirli, cambiando punto di vista, facendo cose diverse per diventare diversi. Ad esempio, demolendo il limite mentale di soldi oltre i quali diventeremmo “ricchi da fare schifo”, perché è una legge universale: più consideriamo qualcosa ‘il male assoluto’, più ci condanniamo ad averne disperato bisogno.