Dopo la Germania, dove già opero da diversi mesi, la prossima meta dei miei investimenti immobiliari sarà il Regno Unito. Il mercato locale, infatti, presenta delle caratteristiche molto interessanti sotto diversi aspetti.

Londra, ad esempio, è meta di ingenti investimenti finanziari stranieri (soprattutto russi), grazie soprattutto alla seconda borsa al mondo. Inoltre, il Regno Unito è un paese anglossassone e, cosa di non poco conto, è fuori dall’euro e può svalutare e rivalutare la moneta.

Ma come sempre quello che interessa di più è la strategia che il mercato consente di attuare per mettere a reddito un immobile (se mi segui, saprai che la mia regola è di far rendere il più presto possibile l’investimento). Soprattutto a Londra, infatti, grazie anche al sempre maggiore numero di single, è molto conveniente affittare le singole stanze frazionando l’appartamento e creando una sorta di mini-residence, che nell’ordinamento britannico è riconosciuto da alcuni anni come House in Multiple Occupation (HMO).

Questa strategia si rivela molto allettante per gli inquilini, che possono affittare a un prezzo inferiore, ed è molto vantaggiosa per i proprietari, che possono aumentare la rendita del proprio appartamento e frazionare il rischio di insolvenza. Una soluzione che si potrebbe adottare anche da noi, non fosse per i costi di gestione che comporterebbe.

In ogni caso, anche nel Regno Unito il veicolo ideale per gestire questi investimenti sarebbe, esattamente come in Germania, una società che si facesse carico di gestire l’entrata e l’uscita degli inquilini e, appunto, dei costi.

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