Ieri, mentre visitavo un sito, mi si è aperta in automatico quella che chiamerei una ‘pop down’, ossia quelle finestre che si aprono sotto il proprio browser, inventate probabilmente perché ormai chiunque ha impostato il blocco delle pop-up. Una voce di donna dall’accento straniero inizia a parlare:

Ciao sono Giuliana, benvenuti nel mio sito, dove vi svelo gratis la mia astuzia (sic) che mi ha permesso di guadagnare molti soldi su internet. Rassicuratevi, non è una fregatura…

Ora, malgrado le rassicurazioni della ragazza, ci sono tutti gli elementi per riconoscere immediatamente una fregatura bella e buona da cui stare alla larga. Ma siccome ho notato che diversi miei amici hanno consigliato la pagina su Facebook, ritengo doveroso scrivere alcune righe per mettere in guardia da offerte di questo tipo e dare qualche dritta per non confonderle con le opportunità di guadagno vere.

Molte persone, infatti, una volta scottate dalle fregature, arrivano a pensare che in rete ci siano solo quest’ultime. Ma non è così: ricordati che le truffe sono sempre esistite, e l’unica difesa contro di esse non potrà mai essere la polizia, ma l’autorità della tua intelligenza. Forse è vero che scottarsi qualche volta ci rende più ‘scafati’, ma è possibile anche raffinare il proprio intelletto senza ustionarsi inutilmente.

Come distinguere allora le occasioni vere da quelle truffaldine? Analizziamo il caso in questione:

1. Il sistema di visualizzazione è molto aggressivo: che si tratti di un pop-up o di un pop-down, è già un primo campanello d’allarme. Voi vi fidereste di un venditore che infila il piede nella porta mentre la aprite?

2. Un bella signorina ci parla con un voce apparentemente suadente di fantastiche opportunità (si parla di guadagnare qualcosa come 9400 euro al mese, facendo poco o nulla), sottolineando che non si tratta di fregatura con un accento spiccatamente straniero… (elementi che fanno puzzare un po’ l’offerta): secondo campanello di allarme.

3. Leggendo il contenuto della pagina, scopriamo che è un metodo di gambling (cioè gioco d’azzardo), che funzionerebbe soltanto con un casinò particolare, per il quale bisogna scaricare un’applicazione: terzo e doppio campanello d’allarme.

4. Se andiamo poi ad analizzare il segreto meccanismo che permette il guadagno, allora il campanello diventa un gong fragoroso. Scopriamo infatti che è il classico schema rosso/nero al raddoppio. In altre parole, la graziosa Giuliana ci invita a puntare una volta sul nero e la volta seguente sul rosso, raddoppiando la puntata sia che si vinca sia che si perda: tanto, prima o poi ci azzecchiamo! In realtà, il gioco è molto pericoloso, perché per vincere bisogna avere un capitale infinito, il che non è possibile. Supponiamo che tu punti 1€ sul rosso: se non esce, devi raddoppiare la puntata. E se non vinci per 10 volte (cosa possibilissima) quanto devi puntare l’undicesima? E se non vinci per 20 volte? e se non vinci per 30 volte? Si è vero, prima o poi ci azzeccherai, ma quanto capitale devi investire?

Riassumendo: come riconoscere le fregature per spillarci soldi dalle opportunità reali di guadagno? Be’, innanzitutto, occhi aperti ai segnali che compromettono la credibilità (punti 1 e 2). In secondo luogo, il meccanismo alla base non può girare a vuoto (punti 3 e 4), ma dev’esserci un modello di business che produca la rendita. Io parlo di investimenti, non di gioco d’azzardo, a meno che tu non decida di giocare per puro divertimento.

Una proposta seria: gli investimenti in tax lien

Se mi segui, saprai già che il prossimo 17 dicembre terrò il primo webinar – gratuito – sugli investimenti in certificati Tax Lien, una forma di investimento molto interessante su cui ho investito molto tempo di studio e di pratica. Se parteciperai, sarò lieto di rispondere a tutte le domande sul tema, senza alcun impegno.Ma attenzione: non ti proporrò un gioco, bensì un sistema che ti darà parecchie soddisfazioni solo con il tuo impegno attivo e il tuo studio. Puoi iscriverti da questo sito (nella barra laterale qui a destra), oppure sul sito www.taxlienitalia.it, che trovi riprodotto qui sotto: