Oggi è il 12 ottobre 2013. Il Governo italiano, che finora ha saputo solo fare il gioco delle tre carte con la diminuzione delle tasse e litigare su tutto, dovrà approvare entro pochi giorni la legge di stabilità, pena il commissariamento. Intanto, in USA stanno cercando di arrivare a un accordo tra Repubblicani e Democratici per il rialzo del tetto del debito, che dovrà essere approvato entro il 17 ottobre, pena il default.

Di questi tempi, non bisogna fare affidamento sul buonsenso dei governanti o sulla fortuna che improvvisamente cambierà direzione mentre continuiamo a fare le stesse cose di sempre. In realtà, non è mai stato salutare fidarsi in qualcun altro, ma questi sono tempi eccezionali.

Cosa succederà?

Ogni giorno ci facciamo moltissime domande ‘macro’ a cui non è possibile dare una risposta razionale, proprio perché la nostra sorte particolare di italiani è legata a dinamiche complicatissime che sconvolgono le certezze a cui eravamo abituati.

L’Italia verrà commissariata? Ci sarà un euro a due velocità? L’Unione europea ha i mesi contati?

Ci conviene aprire un conto di deposito in una banca svizzera? Meglio acquistare oro fisico, investire in un fondo di investimento?

Le notizie che circolano in alcuni ambienti – sia italiani sia esteri – non sono per nulla rassicuranti.

Non è escluso che il Governo imponga una tassa di solidarietà per chi dispone di liquidità oltre i centomila euro. Non è escluso che si introducano forme di protezionismo per impedire l’espatrio di capitali all’estero. La prospettiva è, per tutti, di vedere presto ridotte drasticamente le nostre finanze, sia tramite prelievi forzosi, sia per il salasso fiscale.

E allora che fare?

Io ho un piano, di cui da mesi vi parlo e che nel frattempo si sta ampliando.

Sfruttare questo momento di limbo politico per delocalizzare parte dei nostri risparmi e per sfuggire dalla persecuzione fiscale prima che sia troppo tardi. È una giusta ed ovvia difesa, visto che con ogni probabilità presto ci sarà poco da fare ma molto da subire.

Io e Alfredo Bartolo n BRME Real Estate ci siamo aperti una via per investire in Germania e abbiamo deciso di offrine l’opportunità per tutti coloro che desiderano essere della partita. Proprio per questo, nel documento che potete scaricare al termine di questo post, troverete la spiegazione del perché non siamo broker immobiliari: perché non fatturiamo provvigioni, ma garantiamo all’investitore la certezza del suo investimento; lo seguiamo nell’acquisto e in tutte le fasi successive; perché selezioniamo gli immobili secondo i parametri delle nostre strategie.

Chi investe con noi è – tutti gli effetti – un socio e non un cliente. Il nostro interesse non è lucrare sulle compravendite di immobili, ma coinvolgere investitori per crescere assieme.

Germania e… molto presto, anche Regno Unito, in cui abbiamo studiato le strategie e molto presto vi annunceremo i risultati.

Per combattere la crisi, dunque, è bene delocalizzare i nostri risparmi e frammentare il rischio (lo ripeto spesso: l’immobiliare è solo un tassello, e sui restanti vi proporrò molto presto iniziative molto interessanti). Ma soprattutto dobbiamo smettere di fare quello che si è sempre fatto sperando che i risultati cambino. E allora vi dico: cosa aspettiamo? Agiamo finché siamo in tempo!