Parliamo degli investimenti in oro e, per accenni, anche a quelli in diamanti.

Qualche giorno fa ho letto un articolo di Forbes scritto da un consulente finanziario, secondo il quale il capitale ideale da investire in oro sarebbe lo 0%. Per i clienti che proprio insistono nonostante gli avvertimenti, consigliava di non superare il 3%. Il motivo? L’oro non produce guadagni.

La mia prima osservazione è che l’autore di Forbes ha perfettamente ragione, e mi offre la premessa a questo articolo: se per investimento intendiamo acquistare qualcosa per avere una plusvalenza, gli acquisti di oro o argento non possono essere considerati degli investimenti.

Tuttavia, non esistono soltanto investimenti da +10%. Esistono anche gli investimenti conservativi, ossia quelli che servono non per aumentare il capitale, ma per conservarlo. Oro, argento e pietre preziose sono fra questi.

Per comprenderlo, dovremmo abbandonare per un attimo il nostro valore di riferimento, ossia il denaro. Tenere 1000 euro in banca significa conservare un valore nominale che – come sappiamo ma molto spesso non ricordiamo – è soggetta a deperimento. Anche se tra un anno ci sarà la stessa cifra sul nostro conto, il valore di quei mille euro sarà diminuito, rispetto al potere di acquisto dell’anno precedente.

Se investiamo in metalli o in pietre preziose, invece, stabilizzeremo il valore del nostro capitale. Come ho detto, non avremo grandi plusvalenze, ma non avremo nemmeno forti fluttuazioni – fluttuazioni che peraltro, nel lungo periodo, tendono a compensarsi.

Detto in altre parole: se oggi ho 100.000 euro e potrei comprarmi una casa, tra un anno la svalutazione non mi permetterà più di acquistarla. Se però investo quel denaro in oro, il piccolo aumento di valore compenserà l’aumento dei prezzi.

Un’altra caratteristica è che i metalli preziosi e i diamanti sono liquidabili sempre e ovunque. Ci siamo abituati alla lenta erosione del nostro potere d’acquisto (ma vi ricordate il passaggio dalla Lira all’Euro?) e i ricordi di improvvise volatilizzazioni della moneta per noi risalgono ai tempi della guerra. Tuttavia, con i tempi che viviamo una minaccia del genere non dev’essere sottovalutata.

Se possediamo oro o diamanti, possiamo convertirli in liquidi in qualunque momento e in qualunque luogo del mondo: sono beni universalmente ambiti, universalmente riconosciuti di valore. Lo stesso non si può dire delle case (che sono lente da rivendere, e poi, se mi trovo in Amazzonia senza soldi, cosa mi giova possedere una casa in Italia?), e nemmeno dei valori ‘di carta’.

Esistono delle differenze tra investire in metalli preziosi e in diamanti. Il valore di questi ultimi è soggetto anche a una componente emotiva legata alle mode (il taglio, la dimensione ecc.) di cui parlerò in uno dei prossimi articoli.

E, certo, ci sono anche dei ‘però’ negli investimenti in oro e diamanti: ad esempio,dovrò conservarli in qualche luogo, ad esempio, proprio una banca.

Ma come ho spiegato nell’articolo precedente, dobbiamo diversificare i nostri investimenti, in modo da controbilanciare i rischi e le controindicazioni di ognuno con i vantaggi degli altri.

Alla prossima, puntata!