In questa terza puntata del ciclo di articoli dedicati agli investimenti voglio parlare di un tipo di derivati: le opzioni. Fermi tutti: sì, proprio dei famigerati derivati di cui avete sentito tanto parlare.

So che la sola parola accende le sirene di allarme nelle nostre menti, perché le associamo alla terribile crisi economica che stiamo vivendo e a diversi scandali legati proprio ai derivati, non ultimo quello di MPS. I derivati, in effetti, sono un investimento ad altissimo rischio, che però, come sempre, offre la possibilità di una rendita direttamente proporzionale a tale rischio.

Ovviamente, non approvo assolutamente il fatto che negli anni passati le banche (soprattutto) abbiano persuaso diversi clienti a sottoscrivere derivati ignari del rischio che correvano. Tuttavia, i derivati sono una possibilità che può essere sfruttata, a patto che si conoscano i rischi e si prendano misure per limitarli, proprio come quando si investe, ad esempio, in valuta, come ho spiegato a suo tempo.

Ma cosa sono i derivati? Anche se possono raggiungere livelli di sofisticazione molto alti, è possibile spiegarne in termini semplici il concetto-base: il derivato è una sorta di scommessa con un grosso effetto leva. Sottoscrivendo un derivato, infatti, “scommetto” che un dato valore salirà oppure calerà  in una ben definita data nel futuro. Il termine ‘derivato’ è dovuto proprio al fatto che il suo valore ‘deriva’ da un altro valore, che è chiamato sottostante.

Un esempio di scommessa con i derivati

Ad esempio, con i futures io scommetto sulle fluttuazioni di una materia prima. Esaminiamo il rischio di questa “scommessa”: se vinco posso ottenere 10 volte la posta (per esempio), mentre se perdo perdo il 100% della “puntata”. Ora facciamo un esempio concreto.

Supponiamo che io mi compri 1.000€ di oro. Cosa succederà tra 3 mesi?

  • L’oro potrebbe salire (Ipotesi A)
  • potrebbe scendere (Ipotesi B)
  • potrebbe rimanere dov’è (Ipotesi C).

A questo punto “scommettiamo puntando” 50€ (compriamo un’opzione short) che fra 3 mesi l’oro scenderà del 10% dal suo prezzo attuale.

Passano i tre mesi e vediamo cosa potrebbe accadere.

  • Ipotesi A: L’oro è salito del 10% e quindi abbiamo preso 100€ di plus valenza ma, allo stesso tempo, abbiamo perso la scommessa e perdiamo i 50€ della “puntata”. Saldo positivo di 50€.
  • Ipotesi B: L’oro è sceso del 10% e quindi abbiamo perso 100€ di valore ma, allo stesso tempo, abbiamo vinto la scommessa ed incassiamo 500€ (leva da 1 a 10). Saldo positivo di 400.
  • Ipotesi C: L’oro è rimasto stabile e quindi non prendiamo e non ci rimettiamo nulla dal valore dell’oro, ma perdiamo la scommessa dei 50$. Saldo negativo di 50€.

Questa ad esempio, è una strategia che funziona quando si verificano forti fluttuazioni in un breve lasso di tempo (volatilità), mentre non funziona in periodi si stabilità.

Altri tipi, rischi e strategie con i derivati

Esistono molti altri tipi di derivati, e a volte possono suonare inquietanti: ad esempio i Credit Default Swap, che sono scommesse sul possibile fallimento di una società o di una nazione (tristemente famosi per il default della Grecia). Tuttavia, come ho detto, non bisogna demonizzare in assoluto questa forma di investimento, a patto di essere consapevoli del rischio.

I derivati infatti dovrebbero avere lo scopo di coprire un rischio, e quindi dovrebbero essere inseriti in una strategia. Ad esempio, se scommetto sul ribasso dell’oro e al tempo stesso ne acquisto un po’, se perdo la scommessa potrò sempre compensarla con l’oro, e viceversa.

Esistono addirittura strategie incrociate dove si punta sia sulla salita che sulla discesa che sulla stabilità di un titolo. Ovviamente bisogna studiare un po’ per riuscire a capirci qualcosa. Ma in un momento storico come quello che stiamo vivendo, dove tutti i valori subiscono forti fluttuazioni, il derivato potrebbe anche essere non una trappola mortale, bensì un ammortizzatore.

Ma mi raccomando: maneggiare con moltissima cura!